Per il contratto degli insegnanti servono subito adeguati stanziamenti

Per il contratto degli insegnanti servono subito adeguati stanziamenti

La contrattazione provinciale aveva sempre mirato ad equiparare le retribuzioni dei docenti delle scuole a carattere statale a quelle dei dipendenti provinciali, ma nel triennio contrattuale 2019-2021 è venuta a determinarsi una inedita disparità di trattamento. Ai docenti delle scuole provinciali è stato assicurato un aumento retributivo complessivamente stimabile intorno ai 230 euro mensili lordi, circa il quadruplo di quanto concesso finora ai docenti delle scuole a carattere statale.
Anche la Giunta provinciale ha ammesso che questa disparità di trattamento dovrà essere sanata. Un protocollo d’intesa firmato in maggio con le organizzazioni sindacali stabilisce, per la contrattazione del triennio 2019-2021, l’obiettivo di “adeguare il trattamento economico del personale docente delle scuole a carattere statale al trattamento economico risultante per il relativo personale dal CCI 2019-2021. A tal fine la Giunta provinciale mette gradualmente a disposizione le necessarie risorse finanziarie.”
Il triennio si avvia alla conclusione ed è quindi opportuno fare un po' di conti, anche in relazione alla prossima legge di bilancio.
Il contratto di inter-comparto ha offerto ai dipendenti provinciali 1) un recupero dell’inflazione pari al 3% (97 euro mensili per 13 mensilità), 2) un aumento della Retribuzione professionale docente (RPD) di 120 euro mensili per 12 mensilità 3) un aumento dei fondi disponibili per i premi di produttività. Ai docenti delle scuole a carattere statale è stato finora assicurato solo un recupero dell’inflazione pari all’1,8%, corrispondente ad un aumento di 58 euro lordi mensili per 13 mensilità (75,8 euro per le 10 mensilità dell’indennità provinciale).
Le differenze sul recupero dell’inflazione derivano dalla diversità degli indicatori usati. Il contratto di inter-comparto si è basato sulle previsioni ISTAT disponibili nel maggio del 2019, il contratto per i docenti si è basato invece su quelle disponibili nel maggio 2020. Nel prossimo futuro si discuterà come conguagliare gli eventuali scostamenti tra l’inflazione prevista e quella effettivamente realizzata. Questa verifica sarà l’occasione per rimettere in discussione la differenza tra i due contratti provinciali, che vale complessivamente più di sei milioni all’anno.
La scelta dell’indicatore da usare per determinare l’inflazione effettivamente realizzata non sarà affatto banale, l’inflazione che si registra in provincia di Bolzano è infatti sistematicamente maggiore di quella del resto d’Italia e l’indice usato nella contrattazione era riferito all’intero territorio nazionale.
La voce che ha determinato lo scostamento più rilevante tra i due contratti è la cosiddetta Retribuzione professionale docenti. L’attribuzione della “RPD” ai circa dieci mila docenti delle scuole primarie e secondarie costerebbe annualmente circa 19 milioni di euro. Per coprire retroattivamente il 2020 e il 2021 serve un immediato stanziamento di almeno 38 milioni.
Per il 2022 e per il 2023 risultano attualmente stanziati 15 milioni annui, più di 10 milioni servono per coprire l’aumento già accordato (IPCA 2019-2021), avanzano circa 5 milioni. Per finanziare l’adeguamento della retribuzione professionale serve quindi uno stanziamento aggiuntivo non inferiore ai 14 milioni all’anno.
Ulteriori 3 milioni annui servono per garantire anche ai docenti delle primarie e delle secondarie gli aumenti concessi dall’inter-comparto alla voce “produttività”.
In conclusione, per garantire la promessa “Gleichbehandlung” e recuperare le differenze accumulate negli anni scorsi, servirebbero subito, nel 2021, 47 milioni di euro (RPD 38 e produttività 9).
Per garantire parità di trattamento nei prossimi anni, senza tener conto né degli aumenti che potranno realizzarsi con la contrattazione del prossimo triennio, né degli eventuali conguagli relativi all’inflazione 2019-21, servirebbero, per il 2022 e per gli anni successivi, ulteriori stanziamenti annui per almeno 17 milioni.
In mancanza di questi stanziamenti lo svantaggio dei docenti rispetto ai dipendenti provinciali continuerà giorno dopo giorno ad accumularsi.