Abolizione dei voti inferiori al 4: lettera aperta di alcune insegnanti dell'I.S. "Gandhi" di Merano

Abolizione dei voti inferiori al 4: lettera aperta di alcune insegnanti dell'I.S. "Gandhi" di Merano

Riceviamo e diffondiamo, anche traducendola in tedesco, la lettera sulla Legge provinciale n. 12 del 29 giugno 2023 in materia di valutazione scolastica di alcuni insegnanti dell’I.S. “M.K. Gandhi” di Merano.
Riteniamo giusto dibattere su questo tema, pur nella diversità delle posizioni di merito che abbiamo riscontrato anche tra i nostri tesserati.

Probabilmente nessun insegnante ha mai amato i voti 1, 2, 3, pur considerandoli un male necessario in casi singoli od eccezionali. Molti di noi hanno considerazione positiva dei Paesi di lingua tedesca, con la loro scala di voti che comprende un solo voto insufficiente.
Al di là della personale impostazione didattica, ci scandalizza il silenzio con il quale la politica provinciale ha circondato l’approvazione della legge che ha abolito i voti inferiori al “4” nelle scuole secondarie della provincia di Bolzano, senza coinvolgere il mondo della scuola: né organi rappresentativi come il Consiglio Scolastico Provinciale, né con i veri esperti, gli/le insegnanti.

Siamo preoccupati per l’incostituzionalità di una legge provinciale in una materia che non è competenza esclusiva della provincia, e dei possibili riflessi sulla validità nazionale e internazionale dei titoli di studio. Il governo Meloni – nessuno di noi si era illuso sul punto – non ha mostrato alcun interesse alla tenuta del sistema, ed ha evitato di impugnare il provvedimento di fronte alla Corte Costituzionale.
La legge ora è in vigore e dobbiamo sconsigliare chi, nelle scuole, pensasse a forme di disobbedienza civile. Esiste il rischio di ordini di servizio e di provvedimenti disciplinari. Come i colleghi di Merano, dubitiamo che la questione possa arrivare di fronte alla giustizia.

Questa vicenda ci mostra anche i pericoli di un’autonomia sregolata, ovvero priva di un ancoraggio in un quadro costituzionale. Ricordiamo invece che tuttora molti dei nostri diritti di insegnanti, lavoratori e cittadini sono garantiti da norme statali: tra questi, oltre alla validità dei titoli di studio, ricordiamo la possibilità di trasferimento, l’assistenza sanitaria universale e, nel nostro piccolo… il nostro stipendio fondamentale, a cui si devono i due terzi dell’aumento appena siglato.

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LETTERA APERTA DI ALCUNI INSEGNANTI DELL'ISTITUTO SUPERIORE "M. K. GANDHI" DI MERANO

In merito alla modifica della legge provinciale 24 settembre 2010, n.11 dedicata al “Secondo ciclo di istruzione e formazione”, emanata con la legge provinciale n.12 il 29 giugno 2023, che introduce uno scarno articolo (art.12 comma 1-bis): “La valutazione delle studentesse e degli studenti avviene sulla base di una scala di voti da quattro a dieci.” e una nota nel comma 2, che stabilisce che la disposizione si applica a decorrere dal 1° settembre 2023, riteniamo sia necessario proporre alla riflessione una serie di osservazioni.

Ogni insegnante come professionista sa che la valutazione non riguarda la persona, bensì la prestazione di una studentessa o di uno studente in un determinato momento ed è uno strumento utile sia per chi apprende, per comprendere a che punto si è e migliorare le proprie competenze in una determinata disciplina, sia per chi insegna, poiché contribuisce a verificare se quanto spiegato ed esercitato a lezione sia stato seguito e se le studentesse/gli studenti siano in grado di riutilizzare quanto appreso.

Ci domandiamo quindi se una legge provinciale possa entrare nel merito di aspetti che competono la professionalità dei docenti e che sono di loro competenza. La riteniamo una scorretta intrusione che lede l’autonomia delle scuole nell’ambito della didattica e della libertà di insegnamento, nonché il prestigio e il rispetto della funzione insegnante. Intromissione avvenuta, peraltro, senza la minima consultazione della categoria e nemmeno del Consiglio Scolastico provinciale, in un momento in cui non era possibile discutere e confrontarsi, dato che la scuola era terminata e molte colleghe e colleghi erano impegnati con gli Esami di Stato. Inoltre, la decorrenza dal 1° settembre ha reso di fatto impossibile qualsiasi legittima discussione. 

Se come genitori o come apprendenti vi fosse comunicata una valutazione e vi fosse detto che i criteri che hanno determinato la sua assegnazione vi saranno comunicati successivamente come reagireste? A noi pare assolutamente antitetico al nostro modo di lavorare: ogni valutazione fa riferimento a criteri che vengono illustrati alle studentesse e agli studenti prima delle verifiche e non dopo. 

Ci chiediamo, inoltre, come si procederà in sede di valutazione all’ Esame di Stato: saranno modificate per legge anche le griglie di valutazione per gli esami scritti realizzati nelle scuole dell’Alto Adige? Questa legge potrebbe compromettere il valore legale del diploma rilasciato in Alto Adige, che ha valore nazionale e internazionale solo in quanto esso è parificato al diploma statale?

Entrando nel merito della questione, osserviamo che la scala dei voti da 4 a 10 è fortemente sbilanciata, dato che il voto 6 rappresenta la sufficienza. Non permette di distinguere nello scritto chi consegna un compito in bianco o con uno scarsissimo contenuto, dal compito di chi, pur con molte difficoltà, ha prodotto un contenuto. Quindi, nella sostanza, si tratta di una scala che penalizza i più deboli, invece di aiutarli e mette in crisi il senso di giustizia che le giovani e i giovani ritengono ancora, di solito, valore fondante della società. 

Ci poniamo queste domande in quanto professionisti e non meri esecutori. 

Una impugnazione sulla legittimità costituzionale di tale legge, che vedrebbe coinvolti il Tribunale amministrativo, il Consiglio di Stato e poi la Corte Costituzionale costituisce un percorso molto complesso e, probabilmente, ci si muove nel campo dell’irrealizzabile, sappiamo che ci sono materie di gran lunga più urgenti e imprescindibili da discutere, ma come insegnanti pretendiamo il rispetto delle professionalità, una partecipazione non impedita a priori e la possibilità per  studentesse e studenti di fare reale esperienza di ciò che studiano nell’ambito della cittadinanza attiva e dell’ educazione civica: la partecipazione e la discussione e non l’imposizione per via gerarchica di leggi e norme.

Alcune/ alcuni insegnanti dell’ I.I.S.S. Gandhi, Merano

Laura Mautone, Maria Elena Zecchinato, Laura Speranza, Sandra Alessandrini, Sara Notaristefano, Elisa Barbieri, Giuseppina Martelli, Gisella Mareso